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Storia del Judo

Il judo ( Via della Cedevolezza) è un'arte marziale giapponese e uno sport nato in Giappone alla fine del XIX secolo, i praticanti di tale disciplina vengono denominati judoka o judoisti.

È anche una disciplina per la formazione dell'individuo nel senso morale e caratteriale. È diventata ufficialmente disciplina olimpica nel 1964, a Tokyo, e ha rappresentato alle Olimpiadi di Atene 2004 il terzo sport più universale, con atleti da 98 paesi.

 

Il termine judo è composto da due kanji (caratteri giapponesi): (JU, cedevolezza) e (DO, via), traducibile anche come via dell'adattabilità, della gentilezza; intendendo con questo il principio di adattabilità alle tecniche avversarie sul quale si basa questa disciplina.

 

 Jigoro Kano (Shihan)

 

Jigoro Kano. nato da una famiglia benestante il 28 ottobre 1860 nella città costiera di Mikage vicino a Kobe, ebbe modo di praticare vari stili di jujistu durante gli studi superiori e universitari. Ciò gli permise di diventare a 21 anni maestro benemerito (Shihan) nella scuola Tenjin Shin'yo-ryu (specializzata in Katame waza, ossia lotta corpo a corpo, strangolamenti, leve articolari) e diventando informalmente (per riconoscimento del proprio istruttore) maestro di Kito-ryu, scuola specializzata in Nage waza (tecniche di atterramento al suolo) famosa per praticare lo yoroi gumi uchi (combattimento con l'armatura), una sorta di randori (pratica libera) con tecniche di proiezione, a differenza delle altre scuole che praticavano principalmente i kata (forme preordinate).

I suoi studi gli consentirono nel 1882 di aprire la propria palestra nel tempio buddista di Eishio a Tokyo dove cominciò ad usare il suo stile, il Judo Kodokan che letteralmente significa "Scuola per studiare la via", inizialmente il Dojo di Jigoro Kano era composto da nove allievi con dodici tatami. 

Nel 1895 Jigoro Kano insieme ad un Comitato di allievi di alto grado stabili' il Go Kyo (metodo di insegnamento) diviso in cinque sezioni. Nel 1920 quando le ultime scuole di Ju jutsu furono assorbite dal Kodokan il Maestro Kano prese una decisione che prova la sua lunghezza di vedute: annunciò che il vecchio Go Kyo poteva e doveva essere migliorato. In collaborazione con i suoi allievi più esperti e con i maestri di tutte le scuole dell'epoca elaboriò un nuovo Go Kyo che è quello che si insegna tuttora in tutti i Dojo del mondo. 

Jigoro Kano nel 1883 era professore universitario di Inglese ed economia, dotato di notevoli capacità pedagogiche, intuì l'importanza che potevano avere lo sviluppo fisico e la capacità nel combattimento se venivano usate proficuamente per lo sviluppo intellettuale dei giovani.

Per prima cosa eliminò tutte le azioni di attacco armato e non che potevano portare al ferimento a volte anche grave degli allievi: queste tecniche furono ordinate solo nei kata, in modo che si potesse praticarle senza pericoli. Poi studiò e approfondì il nage waza appreso alla scuola Kito, formando così un sistema di combattimento efficace e gratificante. Ma la vera evoluzione rispetto al jujitsu si ebbe con la formulazione dei principi fondamentali che regolavano la nuova disciplina: Seiryoku zen'yo (il miglior impiego dell'energia fisica e mentale) e Jita kyo'ei (tutti insieme per crescere e progredire).

Le otto qualità essenziali sulle quali si poggia il codice morale del fondatore, alle quali ogni judoka dovrebbe mirare durante la pratica e la vita di tutti i giorni sono:

1) L'educazione

2) Il coraggio

3) La sincerità

4) L'onore

5) La modestia

6) Il rispetto

7) L'autocontrollo

8) L'amicizia

Jigoro Kano morì nel 1938, in un periodo in cui il Giappone, mosso da una nuova spinta imperialista, si stava avviando verso la seconda guerra mondiale. Dopo la disfatta, la nazione venne posta sotto il controllo degli USA per dieci anni e il judo fu sottoposto ad una pesante censura poiché catalogato tra gli aspetti pericolosi della cultura giapponese che spesso esaltava la guerra. Fu perciò proibita la pratica della disciplina ed i numerosi libri e filmati sull'argomento vennero in gran parte distrutti. Il judo venne poi "riabilitato" grazie al CIO (comitato olimpico internazionale) di cui Jigoro Kano fece parte quale delegato per il Giappone, e ridotto a semplice disciplina di lotta sportiva ma i suoi valori più profondi sono ancora presenti e facilmente avvertibili dai partecipanti.

I Kata 

Il judo non è solo tecniche di proiezioni, di immobilizzazioni, di leve e di soffocamenti ma, come numerose altre arti marziali, comprende un insieme di kata. I più conosciuti di essi sono:

Nage-no-kata (forma delle proiezioni) composto di 5 gruppi (te-waza, koshi-waza, ashi-waza, mae-sutemi-waza, yoko-sutemi-waza)

Katame-no-kata (forma dei controlli) composto di 3 gruppi (osae-komi-waza, shime-waza, kansetsu-waza).

Kime-no-kata (forma del combattimento reale, della decisione, anticamente chiamato Shinken Shobu no Kata 

Jū-no-kata (forma della cedevolezza))

Kodokan Goshin-jutsu (forma di autodifesa - formato nel 1956 ad integrazione del precedente Kime no kata)

Koshiki-no-kata (forma antica)

Itsutsu-no-kata (forma dei cinque elementi naturali)

Altri Kata meno noti sono:

Go-no-kata (il primo kata adottato dal judo caduto in disuso dopo la morte di Jigoro Kano)

Seiryoku-zen'yō kokumin-taiiku-no-kata(forma della ginnastica nazionale del miglior impiego dell'energia).

Gonosen-no-kata (forma dei contrattacchi - non è riconosciuto ufficialmente dal Kodokan di Tokyo in quanto creato da Mikonosuke Kawaishi, insegnante di judo in Francia in netto contrasto con il Kodokan di Tokyo).

L'insieme di Nage no kata e katame no kata viene anche definito Randori no kata poiché sono le tecniche applicate nel randori, dal quale sono esclusi gli atemi (colpire di pugno e calci).

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